Tornano le bombe contro i cristiani, contro la quotidianità di un paese e di un popolo che cerca lentamente di tornare alla normalità, anche se con un governo che non ammette contraddittorio e non tollera opposizioni democratiche.
Tutto purtroppo rientra nella ormai consueta attività di destabilizzazione che le organizzazioni terroristiche etero guidate mettono in campo per generare confusione e panico nell’area medio orientale con lo scopo di disunire il più possibile i paesi che faticosamente tentano di collaborare e di fare fronte comune contro lo spettro del terrorismo islamico.
Allora si colpisce un mercato, una chiesa, una moschea, una caserma... vecchia tattica.
Di fronte all’effetto devastante di una bomba ci si aspettava, però, un governo egiziano più attento alla difesa degli obiettivi citati.
In Egitto l’Intelligence utilizza ingenti risorse economiche ed umane per fare indagini anche sul nulla, ma si dimentica di procedere alla difesa passiva degli obbiettivi sensibili, nei giorni più a rischio dell’anno.
Strano, molto strano.
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