La crisi che interessa il nord della Siria, con l’inquietante presa di posizione della Turchia che ha sfidato il mondo intero invadendo le aree sotto il controllo delle forze curde, ha però fatto emergere con chiarezza alcune dinamiche che investono il Medio Oriente. In un’area che da anni subisce violenze e disordini scellerati, sintomo di un islamismo rampante che non risparmia la popolazione inerme e i governi locali, alcuni attori si distinguono per la lungimiranza e prontezza con cui stanno gestendo gli equilibri regionali.
Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano, in tal senso, la speranza più forte per immaginare un Medio Oriente libero dall’oppressione islamista e volto ad un progresso sociale ed economico. Gli Emirati Arabi Uniti mantengono una posizione di assoluta fermezza verso i processi di radicalizzazione e soprattutto mettono tutto il mondo di fronte all’evidenza che è possibile offrire alternative di formazione, lavoro e assistenza sociale alle giovani generazioni che così vengono risparmiate da una deriva radicale, che invece ha piegato molti paesi mediorientali. La postura degli Emirati Arabi Uniti nel resto dell’area è quella di un paese avanzato, maturo e libero, che agisce in nome dei princìpi e dei valori umani senza i quali non sarebbe possibile assicurare pace e stabilità. Gli Emirati Arabi Uniti non voltano lo sguardo altrove di fronte alle violazioni dei diritti umani o alla diffusione di organizzazioni terroristiche ed eversive in Medio Oriente e Nord-Africa, muove i suoi passi nel mondo diplomatico seguendo il principio della “responsabilità di proteggere”, tanto caro all’ONU.
Per i paesi europei, oggi, sostenere gli sforzi degli Emirati Arabi Uniti nella regione è una missione da cui è impossibile sottrarsi. Mai come con gli EAU l’Europa ha incontrato un interlocutore affidabile, che propone soluzioni solide attraverso politiche sostenibili e orientate al futuro. La storia degli ultimi 20 anni ci ha dimostrato ancora una volta che in Medio Oriente l’arte del compromesso e della diplomazia sono strumenti molto più efficaci degli eserciti, che invece contribuiscono a protrarre un clima di tensione radicato in tutta la regione. Gli Emirati Arabi Uniti hanno imparato più di tutti questa lezione, mentre gli estremismi permeano sempre più le istituzioni politiche mediorientali, una luce di moderazione si scorge all’orizzonte, una luce che deve orientare le scelte di politica estera dei paesi europei, affinché prevalga il buon senso e la stabilità, piuttosto che l’antagonismo miope e brutale che sta distruggendo l’intera area.
Fabio Priorelli