Erdogan dà il via libera per 72 ore al passaggio dei profughi siriani in Europa. La Turchia apre le frontiere con la Siria.
Violentissima escalation militare giovedì 27 febbraio a Idlib, la regione del nord-ovest della Siria dove sono in corso ormai da tempo scontri tra le forze governative di Assad, che godono del sostegno della Russia e le milizie ribelli sostenute invece dalla Turchia. Dopo i bombardamenti aerei russi di ieri che hanno causato secondo fonti turche, 33 soldati morti e 36 feriti, la situazione sul fronte siriano sembra precipitare. La Russia parla di “increscioso incidente” e cerca di riportare tutto alla normalità dichiarando che i soldati turchi uccisi da Damasco si trovavano in mezzo a terroristi siriani. Specificando inoltre che i soldati turchi non avrebbero dovuto essere presenti in zona. La risposta turca non si è fatta attendere.
Immediatamente il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha convocato un consiglio di sicurezza straordinario per decidere la controffensiva. Ankara ha preso una decisione senza precedenti: aprire per 72 ore le proprie frontiere e permettere così ai profughi siriani che fino a quel momento premevano sui suoi confini di raggiungere l’Europa. La Turchia aveva più volte minacciato di “aprire le porte” dell’Europa ai migranti, più che altro in versione deterrente per risolvere questioni economiche a suo vantaggio, ma questa volta i turchi sono passati dalle parole ai fatti.
Dopo questa dichiarazione centinaia di persone hanno abbandonato i campi per dirigersi con mezzi di fortuna o a piedi lungo le strade che conducono verso la frontiera con la Grecia.
La polizia greca ha reso noto di aver potenziato le pattuglie di frontiera dopo che la Turchia ha dichiarato che non impedirà più ai rifugiati di recarsi in Europa.
Secondo fonti ONU gli sfollati siriani nella regione nord-occidentale di Idlib, sono quasi un milione, metà dei quali minori, se dovessero spostarsi in massa sarebbe un problema molto difficile da gestire, non solo per le nazioni di confine ma per tutta l’Europa. Erdoğan sta usando ora l’arma dei profughi per costringere l’occidente a prendere una posizione rispetto alla questione siriana e blindarsi dal punto di vista interno. Anche perché i soldati turchi sono presenti nella zona senza una copertura aerea: un elemento che l’elettorato turco potrebbe non perdonare al presidente. Vedremo nelle prossime ore che cosa accadrà effettivamente e soprattutto se le frontiere turche saranno richiuse entro il termine stabilito dal governo di Ankara.
Emanuela Locci
Fonte: https://www.groi.eu/sRcwU