La Turchia fino a pochi giorni fa era troppo impegnata nella guerra in Siria e nell’ottenere dall’Unione Europea accordi vantaggiosi per gestire l’ondata migratoria, per occuparsi di un altro problema che nel frattempo aveva fatto capolino nei suoi territori: il Coronavirus.
A ieri la Turchia si dichiarava immune dal morbo: le affermazioni dei politici al potere erano tutte nella direzione di negare che nel paese ci fossero casi di contagio, optando per l’opzione di considerare i morti per polmonite, semplicemente deceduti per un’influenza stagionale. La situazione però nelle ultime ore sembra sfuggita di mano alla classe dirigente. La nazione è in preda al panico, esattamente come è accaduto in Italia e come accadrà probabilmente negli altri paesi. Le città sono deserte. La gente ha paura e svuota i market.
Da notizie filtrate dalle maglie della censura risultavano numerosi casi di contagiati nelle regioni del sud est del paese, ai confini con l’Iran, che come sappiamo si dibatte nella disperazione del contagio, e nella città di Istanbul. Il governo continua a negare la criticità della situazione fino a dichiarare un solo caso di coronavirus accertato su un cittadino straniero e un caso su uno turco.
La ritrosia delle autorità turche nel diffondere notizie e dati sul fenomeno preoccupa e non poco la popolazione e anche gli altri stati che sono già alle prese con i loro problemi ma che osservano anche i comportamenti degli altri governi.
Le azioni messe in campo dal governo e soprattutto la linea della negazione del problema pare non funzioni più. Da ieri le scuole sono chiuse e lo rimarranno per tre settimane, non si trovano più mascherine e guanti, tantomeno disinfettanti. Il ministro dell’industria ha sospeso l’obbligo di miscelare al 3% di etanolo nella benzina, e ne ha disposto l’aumento della produzione. Sono state sospese le visite al Parlamento, sono state chiuse e in via di sanificazione gli istituti scolastici e le università.
Si stima che nelle prossime ore la situazione potrebbe peggiorare per quanto riguarda il numero dei contagiati e presumibilmente dei deceduti. Si attendono notizie dal governo nella speranza che renda nota la situazione reale del fenomeno nel paese, anche se sembra evidente ai più che il governo di Erdogan non abbia intenzione di intraprendere la linea della trasparenza. Le conseguenze di una epidemia sarebbero devastanti dal punto di vista economico e sociale, ed è un’opzione che Erdogan non vuole neanche prendere in considerazione.
Emanuela Locci
Fonte: https://www.groi.eu/vzb89