Chiacchierare

CHIACCHIERARE

Parlare a lungo di cose futili e oziose (tre-cani per il correttore malefico).

Parola popolare, oziosa ed anche un po’ volgare (per me).

Certo che in un mondo così tecnologico,
non più tendenzialmente,
ma assolutamente anglofono,
una parola così banale non poteva proprio prendere piede.

Quindi,
per cui,
eccoci qui tutti a “chattare”.

Che poi,
se ci fermiamo un attimo per pensare,
(cosa che ogni tanto dovrà pur avvenire),
è palesemente evidente e decisamente più calzante
che la nostra parola Made in italy “chiacchierare”
è un esempio lampante di voce onomatopeica.

È inequivocabile il rumore cadenzato e metallico della tastiera che ci ricorda e ci riporta al ticchettio fitto e metronomico del chiacchiericcio pettegolo tra due comari,
mentre confezionano alacremente un bel cappotto alla malcapitata di turno.

Fatta la differenza ,
andiamo alla sostanza.

In ambedue i casi,
sia nel chattare
che nel chiacchierare,
non scriviamo certo come Dante Alighieri,
ma è altrettanto certo che l’allegoria regna sovrana.

Ogni frase va delicatamente ponderata,
interpretata,
ed anche razionalizzata .

A tale fine,
ecco che corrono in aiuto le “faccine”
che utilizziamo come se piovesse.

Basta avere una lente di ingrandimento
e il gioco è fatto,

Il nostro viso è lì,
che lancia baci ,
pernacchie e sorrisi .

In cambio,
se ci dice bene,
raccogliamo gli stessi baci pernacchie e sorrisi…

In poche parole,
Spariamo cavolate a raffica
e non solo.

Sarà per la fretta,
compagna instancabile e stancante di oggi,
sarà per il correttore “malefico”,
dittatore del nostro dire,
che ci troviamo a digitare centinaia di parole seviziate ,
frasi smozzicate ,
periodi amputati,
centrifugati e trasformati,
tanto che noi stessi,
rileggendo per caso quanto scritto, stentiamo talvolta a riconoscere come nostro.

Pensiamo poi all’interlocutore,
vittima dello stesso processo.

Insomma,
una banda di matti sgrammaticati,
che si rispondono come in una partita di ping pong,
dove i ruoli sono
di soli ping e di soli pong .

Anni di Analisi logica buttata al vento,
per non parlare della punteggiatura che vi prego di collocare nel mio scritto a vostro piacimento,
tanto disabituata all’uso e al consumo,
quanto a un bel piatto di pasta all’ora di pranzo.